venerdì 28 maggio 2010

La seconda guerra civile americana




E' un film del 1997, di un regista geniale e bistrattato, Joe Dante, e a me ricorda qualcosa.

Il film racconta in chiave cinica e grottesca le cause e l'evoluzione di una immaginaria seconda guerra di secessione americana, provocata da una crisi molto mal gestita tra lo stato dell'Idaho e il governo degli Stati Uniti.

Nel prossimo futuro gli Stati Uniti sono una società fortemente multietnica che ha accolto profughi e immigrati da ogni parte del mondo. Nel film si lascia intendere che la politica di forte immigrazione sia stata portata avanti consapevolmente dalle amministrazioni statunitensi allo scopo di accaparrarsi i voti delle minoranze etniche in tempo di elezioni, tuttavia il processo è sfuggito di mano, e adesso il numero di immigrati è giunto ad un livello tale che alcuni Stati dell'Unione sono governati e rappresentati da membri delle nuove etnie che parlano solo nella propria lingua madre. Il Rhode Island è diventato uno stato a maggioranza cinese (ed ha eletto un senatore cinese al Congresso) dopo una massiccia immigrazione - ancora in atto nel presente del film - provocata da una terribile carestia in Cina; la città di Los Angeles ha un sindaco ispanico ed è divisa tra immigranti dal Messico e popolazione nera, lo Stato dell'Alabama ha un senatore nativo dell'India; il Texas e la città di Las Vegas sembrano essere regioni a maggioranza ispanica.

A seguito di una guerra tra India e Pakistan, la città pakistana di Karachi viene distrutta da una bomba nucleare. Trovandosi in un anno di campagna elettorale il Presidente degl Stati Uniti (interpretato da Phil Hartman) si offre di accogliere parte dei profughi sul suolo americano con lo scopo di raccogliere voti dalla comunità pakistana immigrata. Il primo aereo passeggeri carico di orfani del Pakistan sarebbe destinato allo Stato dell'Idaho, ma il governatore di questa regione (interpretato da Beau Bridges) decide di chiudere le frontiere e si rifiuta di accogliere qualsiasi gruppo di profughi, affermando di voler difendere la vera identità del popolo americano. I veri motivi che spingono il governatore alla chiusura delle frontiere sono anch'essi elettorali: nel corso del film viene infatti rivelato che gran parte del bacino di voti del governatore deriva dalle comunità isolazioniste e survivaliste dell'Idaho. Lo stesso governatore e il suo staff non danno molto peso alle loro stesse dichiarazioni, ma tutta la vicenda viene trasmessa e amplificata dalla rete televisiva via cavo "NN" (un'ovvia parodia della CNN), di stanza a New York. Il cinico direttore della NN si adopera in modo da ottenere il massimo effetto mediatico dall'arrivo dell'aereo di profughi: la NN fa in modo che l'aereo atterri a New York, dove le sue troupe sono in attesa. L'enfasi data alla vicenda costringe il Presidente USA e la sua amministrazione a reagire di fronte all'iniziativa del governatore dell'Idaho.

Dietro consiglio dell'influente lobbista di origine irlandese Jack Buchan (James Coburn), il debole Presidente degli Stati Uniti intima un ultimatum al governatore dell'Idaho, ordinandogli di riaprire le frontiere entro 72 ore. Poco prima dell'emissione dell'ultimatum, tuttavia, sempre dietro consiglio di Jack Buchan, la scadenza viene portata da 72 ore a 67,5 ore, per non interferire con l'ultimo episodio della soap opera Figli, figli miei e non rischiare di alienarsi così i voti dell'elettorato femminile.

Nel frattempo lo staff della NN scopre che il Pentagono sta iniziando i preparativi per l'invio di unità militari nella zona di confine con l'Idaho. Il direttore decide di pubblicare la notizia contribuendo ad alzare la tensione, e inducendo il governatore dell'Idaho, che ha appena ricevuto l'ultimatum, ad armare la guardia nazionale e disporla a protezione delle frontiere. La dirigenza della NN, sempre nel tentativo di capitalizzare sulla situazione di crisi, decide di inviare gli orfani pakistani proprio nella zona calda del confine in mdodo da creare una situazione patetica e garantirsi maggiori ascolti. In questo la rete televisiva è fortemente aiutata dall'organizzazione umanitaria non governativa che ha la custodia dei bambini, desiderosa di farsi pubblicità.

Le truppe dell'Idaho e degli Stati Uniti che si posizionano lungo i due lati del confine sono comandate da due anziani ufficiali (un colonnello e un generale, rispettivamente) che soffrono di una forte rivalità personale, risalente all'invasione del Kuwait durante la Prima Guerra del Golfo. I loro dialoghi lungo la linea di confine sono carichi di insulti e recriminazioni reciproche; fortunatamente gli incontri tra i due avvengono ad una distanza tale da non essere uditi né dagli altri soldati né dalla televisione (il Presidente addirittura fraintende i loro colloqui immaginando che si tratti di nobili discorsi tra uomini d'onore), ma la presenza sul campo dei due ufficiali è un ulteriore elemento di instabilità nella crisi.

Sia il Presidente (e il lobbista Jack Buchan, ormai suo consigliere a tempo pieno) che il governatore dell'Idaho non sembrano rendersi pienamente conto che la situazione sta sfuggendo loro di mano. Il governatore dell'Idaho, in particolare, è assorbito dalla sua tormentata storia d'amore con Christina, una giornalista di NN di origine messicana, indispettita per la chiusura delle frontiere agli immigrati e per la mancata promessa del governatore di non avere lasciato la moglie, relegandola al ruolo di amante. Christina vorrebbe abbandonare l'Idaho e il governatore, andando a commentare la costante immigrazione di messicani alla frontiera meridionale del paese, ma il direttore di NN la costringe a rimanere dove si trova, alimentando ulteriormente i patemi d'amore del governatore.

Mentre nuove truppe affluiscono al confine e l'Idaho inizia ad addestrare una milizia civile, anche gli altri Stati dell'Unione iniziano ad essere influenzati dalla crisi, e incidenti scoppiano un po' ovunque. La California offre il proprio appoggio al Presidente, salvo poi trovarsi invischiata in una serie di disordini tra la comunità ispanica (favorevole all'apertura delle frontiere) e quella afroamericana (contraria). Anche l'Alabama garantisce appoggio al presidente, dietro la concessione di 1000 ettari di terreno federale per la costruzione di templi indù. La comunità ispanica del Texas distrugge i resti di Fort Alamo, proclamando la totale apertura delle frontiere con il Messico. Una comunità di Sioux, posta proprio sulla frontiera con l'Idaho si dichiara neutrale e impedisce l'attraversamento alle truppe degli Stati Uniti (incluso il convoglio con i bambini orfani); il Presidente riapre il passaggio offrendo ai Sioux i permessi per la costruzione di un casinò presso Little Big Horn. Anche sul fronte dell'Idaho si assiste ad una vasta mobilitazione. Mentre il governatore si lascia andare in televisione a velleitarie ipotesi di secessione in attesa della scadenza dell'ultimatum, i reporter della NN scoprono che la guardia nazionale dell'Idaho sta ricevendo rinforzi anche da altri stati, come il Montana e il Wyoming. Una volta resa pubblica la notizia, si scopre che in tutto altri dieci Stati dell'Unione sono dalla parte dell'Idaho, incluso il Rhode Island a maggioranza cinese, il cui governatore (anch'egli cinese) dichiara pubblicamente di voler chiudere le frontiere perché non è più in grado di gestire il continuo flusso di immigrati dalla Cina. Un gruppo di terroristi a favore della chiusura delle frontiere fa esplodere nottetempo la Statua della Libertà, per sottolineare il fatto che gli Stati Uniti non sono più una nazione aperta all'immigrazione.

La situazione inizia a precipitare quando il convoglio degli orfani tenta invano di oltrepassare la frontiera con l'Idaho. Nel corso del colloquio tra i due comandanti militari il colonnello della guardia nazionale dell'Idaho offende per l'ennesima volta il generale USA, che proclama vendetta mentre si ritira con il convoglio. I bambini del Pakistan vengono evacuati ed escono di scena definitivamente; le parti in causa (tra cui il generale e il presidente USA) sono ormai determinate a risolvere ad ogni costo la questione della chiusura dei confini. La notte precedente la scadenza dell'ultimatum scoppia un ammutinamento nel campo USA tra soldati sostenitori della causa dell'Idaho e soldati fedeli al Presidente. La rivolta viene redata con grande spargimento di sangue, e viene ripresa in diretta dalle telecamere di NN, che mostrano al pubblico le fucilazioni dei soldati rivoltosi catturati.

Contemporaneamente il governatore dell'Idaho riesce a rappacificarsi con Christina con cui passa una notte d'amore che dissipa i pensieri che avevano monopolizzato la sua attenzione negli ultimi giorni. Il governatore realizza quindi l'estrema gravità della situazione che si è creata e annuncia a Christina l'intenzione di dimettersi dalla sua carica in un discorso che terrà pubblicamente un'ora prima della scadenza dell'ultimatum, ponendo così termine alla crisi e aprendo la nomina per la sua successione. Christina diffonde la notizia in via ufficiosa tra i suoi colleghi della NN. Tragicamente, prima dell'ora convenuta per il discorso, la voce raggiunge le orecchie del lobbista Buchan che interpreta male le intenzioni del governatore (nella concitazione del momento scambia "successione " con "secessione") e riferisce quello che ha capito al Presidente.

Il presidente, nonostante manchino più di due ore allo scadere dell'ultimatum, ordina al generale USA di attaccare il confine con l'Idaho, provocando l'inizio della Seconda Guerra Civile Americana. La troupe di NN inizia le riprese sul campo di battaglia, e uno dei reporter è tra i primi a morire. Ore dopo, Jack Buchan riceve notizie corrette sulle vere intenzioni del governatore dell'Idaho ma, d'accordo con i suoi, decide con imbarazzo di tenere nascoste queste notizie al Presidente, per evitare di "confonderlo" ora che ha intrapreso la via dell'azione.

Il film si conclude con il direttore di NN che osserva le riprese della guerra in atto e si lamenta con i suoi collaboratori del fatto che manchi il logo di NN sulle riprese. Mentre scorrono i titoli di coda una voce dell'annunciatrice di NN riporta che dopo una settimana di scontri è stata stabilita una tregua e i confini degli Stati sono stati riportati alla posizione originale. Il Presidente USA si è dimesso e l'ultima puntata della soap opera Figli, figli miei, rimandata dallo scoppio della guerra e da poco trasmessa, ha ottenuto un massimo di ascolti in tutto il paese.

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