mercoledì 19 maggio 2010

Dopo miss italia nera un papa nero??????



Mi era passato inosservato la scorsa settimana, ma recupero questo fondo di Fare Futuro Magazine perchè lo trovo condivisibile, concreto, bello.
My God: non me par vero! (cit.)



C'è, là fuori, una marea silenziosa che vuole cambiare l'Italia
di Filippo Rossi

Lo so che è difficile, lo so che è più faticoso e molto più complicato. E so anche che molte volte “non c’è notizia”. Ma vorrei lanciare lo stesso un appello ai giornalisti che stanno seguendo in queste settimane le vicende all’interno del centrodestra. Per rendere un qualche merito alla verità, fate il possibile per non derubricare il tutto a un mero scontro di potere o, ancor peggio, a piccole beghe di poltrone, a questioni di palazzo. «C’è anche quello!», risponderete in coro. Figuriamoci, non siamo nati ieri, lo sappiamo benissimo. Ma non c’è soprattutto quello. Anzi, “quello” è il nulla rispetto al tanto che c’è là fuori.

Là fuori, nella società civile, tra le gente vera che vive nella e della modernità. Cari colleghi, cercate di raccontare la voglia di una buona (e nuova) politica che sappia prescindere da schieramenti e ideologie. Cercate di raccontare il desiderio per una politica davvero laica che sappia decidere senza ricatti o imposizioni. E cercate di raccontare, anche, l’utopia diffusa per un’Italia finalmente pacificata nella quale non ci si debba aspettare un nemico a ogni angolo. È la fuori che vanno cercati i motivi, senza retorica populista, capendo ogni persona, ogni individuo, senza stare a guardare da dove arriva ma capendo dove vuole andare. È lì fuori che si trovano gli italiani che amano la loro patria, ma si vergognano del fatto che non riescono più a sopportarla: ancora familista, chiusa in se stessa, culturalmente vecchia, politicamente recriminatoria. È lì fuori che si trovano gli italiani che vogliono più sicurezza per garantire al meglio i diritti di tutti.

Ed è ancora lì, fuori dal palazzo e dalle beghe di partito, che s’incontrano gli italiani che stanno dalla parte di una legalità declinata nel modo più semplice possibile: non rubare, per esempio. È lì che ci sono gli italiani che stanno dalla parte di Roberto Saviano e che se vedono due poliziotti pestare un ragazzo gli va il sangue al cervello. Ed è sempre lì che trovate quelli che, la stragrande maggioranza, non si sognerebbero mai di mettere in discussione l’unità d’Italia. È lì fuori che si trovano gli italiani che vogliono scegliere ma che non appartengono a nessuno. E gli italiani, anche, che sanno benissimo che i nuovi italiani non sono ladri d’identità. E gli italiani che hanno pensato, semplicemente, che era doveroso liberare Eluana da una “non vita”.

È li fuori che potete trovare gli italiani che del razzismo non sanno che farsene. E gli italiani che non pensano che la rete sia uno strumento del demonio. E che pensano che una famiglia è un gesto d’amore, e non un atto burocratico.

C’è, là fuori, una società giovane e insofferente che spinge alle porte della storia. Lo fa senza manifestazioni, senza piazze e senza cortei, perché i luoghi della politica sono altri, perché è finito il tempo dei duri e puri. Lo fa in modo morbido, liquido, ma non per questo meno efficace. Anzi. È una marea lenta, una rivoluzione tranquilla e orizzontale che parte dal basso e che, gradualmente, sommergerà di nuovi contenuti culturali anche la politica che i giornali si ostinano a raccontare…

È per questo che per capire quel che sarà bisognerebbe sforzarsi di più nel raccontare quel che c’è, là fuori, nel mondo vero.

11 maggio 2010

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