lunedì 19 aprile 2010

Feltrino rules

Ancora Mattia Feltri, La Stampa di ieri 18 aprile 2010

Una nube di cenere di un vulcano islandese è una livella: rende uguali - o quasi - poveri e ricchi, qualsiasi biglietto aereo posseggano, se lo scalo chiude. Si bivacca sulla stessa panca, si mangiano gli stessi sandwich, si fa la fila per la medesima latrina. Ed è lì che i tipi umani vengono fuori nitidi e perfetti. Viaggiatori, il catalogo è questo.

A me non mi ferma nessuno È la categoria più rumorosa e intraprendente, tipo quelli che quando c’è fila in autostrada escono per fare le vie provinciali anche se non le conoscono. C’è gente di Bruxelles che si è imbarcata per Monaco «per avvicinarsi a casa». C’è gente che a Firenze ha cercato di prendere il treno col biglietto aereo. Un capotreno racconta di decine di passeggeri che sono saliti di soppiatto sull’Eurostar senza avere il posto prenotato, e hanno viaggiato seduti a terra uno sull’altro. A Roma non si riesce a trovare un’auto a nolo, nemmeno i furgoni, gli autovan o i sidecar. A Termini è stata noleggiata una Ford con 180 mila chilometri e senza alcuna garanzia di tenuta.

Il rassegnato È la categoria più nutrita. I rassegnati attendono da giorni stravaccati a Fiumicino o a Termini, leggono quotidiani, riviste, fumetti, depliant. Mangiano patatine, barrette di cioccolato, caramelle. Ascoltano i messaggi dell’altoparlante e non si concedono più di una scorata scossa di capo. Ieri, alla stazione, si sono raggruppati per le partite alla radio, e c’erano dei tifosi del Milan che al gol di Pazzini (due a uno per la Sampdoria) hanno reagito con dignitoso contegno: «La nostra difesa è come la nube, un castigo del Signore». Da segnalare, a Termini, la flemma di un folto gruppo di sikh che alla mattina s’era dato convegno (tutti scalzi) all’Esquilino.

Giovanotto di mondo È la categoria più invidiata. I giovanotti di mondo, a differenza dei rassegnati, non hanno nemmeno un velo di malinconia. Loro partono quando gli va di partire e tornano quando gli riesce di tornare. Arrivano da ovunque, specie dal Nord Europa. Avevano un vecchio amico da rivedere e ingannano il tempo fumando e gonfiandosi di pizza e coca cola. A Termini ieri c’erano ragazzi tedeschi che componevano musica con Garage band di Apple (chitarra, addio).

Tengo famiglia È la categoria più commovente. Hanno con sé la vecchia madre affetta da reumatismi, angina, cataratta, piorrea e otite media cronica. Oppure hanno i bambini piccoli, che è peggio. Una mamma (con figlie di due e quattro anni) sabato a Fiumicino: «Dove le cambio? Dove fanno il sonnellino? Dove preparo la pappa per la piccina?». I mariti devono, contemporaneamente, verificare le possibilità di apertura dello scalo di destinazione, tenere d’occhio gli orari della farmacia, recuperare del latte fresco, gestire le pasticche della nonna, essere informati sull’andamento della circolazione su rotaia, possedere delle figurine dei Gormiti e ragguagliare sui locali piovaschi anche a carattere temporalesco (ieri, a Fiumicino, sono stati soccorsi anziani e una donna incinta: piccoli malori).

Uomo d’affari
E' la categoria più disprezzata. Gli uomini d’affari sono gli unici che sfuggono alla legge della livella. Per loro non c’è nube di cenere islandese che tenga: costituisce un disagio, al massimo, ma non un impedimento. Gli uomini d’affari, la cui presenza all’indomani è indispensabile nei quattro angoli del mondo, estraggono dal portafoglio carte di credito d’oro, di platino, di diamanti, di caviale. Possono pagare chiunque e qualsiasi prezzo. Come nel famoso film di Villaggio, vanno alla fermata dei taxi, salgono sull’auto e dicono: «Berlino!». E il tassista: «Piazza o via?». E loro: «Berlino! La capitale della Germania». Le notizie ormai sfumano nella leggenda metropolitana: duemila euro di taxi per Parigi, millecinquecento per Basilea. Dei turisti di Brescia, ieri, hanno protestato presso gli organi di stampa perché un tassinaro gli ha chiesto 800 euro per riportarli a casa. Il loro sdegno non ha trovato conforto.

Catastrofista
Non è una categoria numerosa, ma ci sono ovunque. I catastrofisti, mentre attendono insperate novità, intrattengono i vicini di sventura sulla reale portata del disastro. Secondo i loro scrupolosi calcoli, la nube provocherà il fallimento di Alitalia, lo squasso economico di numerosi aeroporti per una perdita di migliaia di posti di lavoro, il tracollo della coltivazione della bietola nel nord Europa e l’innalzamento della temperatura media stagionale di due gradi con la conseguente sommersione di Venezia.

Complottista
Pochissimi e incontrollabili. Sabato un pilota Alitalia sosteneva che l’emergenza è stata inventata per coprire la terrificante esplosione di una centrale nucleare in Finlandia.

Realista
Di gran lunga i migliori. Un pugliese che deve raggiungere la moglie (pure pugliese) a Brighton ieri le ha telefonato da Termini: «No amore... neanche il treno... E comunque quando arrivo a Parigi che faccio?... Niente, posso riprovare domani... Mi dispiace amore... Anche io... Ci rifaremo le prossime sere... Sì, amore...». Poi, immediatamente dopo, altra telefonata: «Oh, sono io... Tutto a posto... Resto e ripartirò domani, ma forse martedì... Io porto la birra... Forza Roma!».

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts with Thumbnails